Quasi in giallo nella galleria di Giuseppe Bisceglie
Di fronte a quel bellissimo pastello che ritraeva con sedicenti “nuances” una bellissima dama inglese, qualche esperto aveva avanzato più di un nome. Ma lui l’antiquario barese Giuseppe Bisceglie scopritore di quella accattivante opera nella terra di Albione, non ha voluto azzardare alcuna attribuzione nè sul personaggio effigiato né tantomeno, in assenza di qualsiasi firma, sull’autore. Pertanto non ha preso considerazione nessuna delle ipotesi avanzate dagli studiosi del ramo preferendo avere prove certe per addivenire alla soluzione di questo rompicapo d’epoca. Comunque in ogni caso molti indizi portavano e tutto oggi ci portano ad una nobildonna Caroline Spencer Lamb, sposa avvenente ma infelice di William Lamb vissuta nei primi decenni dell’Ottocento. Conduceva una vita piuttosto tranquilla al limite della noia quando un bel giorno il suo placido Menaggio venne travolto dall’improvviso inatteso incontro con un bellissimo dandy – Lord Byron appunto – noto nell’alta società londinese per le frequenti scorribande nel regno di Eros. Non appena lo vide Caroline prova una fitta al cuore e la passione divampò con tanta veemenza e senza ritegno sotto gli occhi di tutti. A tal punto che la poverina fu costretta a confessare ad un’amica certi risvolti di quell’attrazione fatale: “Si lo so è pazzo, pericoloso, cattivo ma quella bella faccia è il mio destino” e per quella bella faccia la tapina non esitò a compromettere la sua reputazione con una scandalosa “liaison” che la portò per ben due volte in seguito a ripetuti abbandoni del focoso amante, a due tentativi di suicidio. Eppure fino alla comparsa di “quel sulfureo mito vivente” era stata, come si suol dire, una donna tutta casa e chiesa ma le cose purtroppo mutarono profondamente a seguito del fatale incontro con Lost Byron. Anzi ad onor del vero tutto ebbe inizio un po’ prima con la lettera di romanzo scritto dal chiacchierato dandy dal titolo “il pellegrinaggio del giovane Aroldo”. Un romanzo in cui l’autore si diffondeva con precisi e piccanti particolari sulle avventure di playboy e cortigiane. Ormai tutta Londra era al corrente della rovinosa relazione di Carolina che era - si mormorava in giro – come una porta spalancata sull’abisso. Un abisso nel quale era sprofondata senza alcuna possibilità di tornare a galla. A questo punto una domanda d’obbligo: il psastello intercettato da Giuseppe Visceglie ritrae davvero Caroline Spencer Lamb ? l’interpellato ovviamente evita di dare una risposta; si limita solo a sfoderare un enigmatico sorriso che dice e non dice. E’ che alimenta ancora di più i dubbi su un “giallo” del primo Ottocento.
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