Autodidatta, si rifece al naturalismo di dalbono e casciaro
Nasce autodidatta, ma ben presto subisce l’influenza del naturalismo di Dalbono e Casciaro, e non nasconde, inoltre, le sue spiccate simpatie per lo schietto verismo del primo Mancini. Successivamente elabora un linguaggio personale, caratteristico che traduce troppe rielaborate captazioni impressionistiche, specie in certi scorci urbani, per ritenere del tutto casuali i suoi continui ed espliciti riferimenti ad Alfred Sisley. Ne abbiamo una convincente riprova nella galleria di Giuseppe Visceglie, in via Calefati 161, a Bari, dove possiamo ammirare un piccolo ma suggestivo pastello su cartone: in primo piano occhieggia un romantico ruscello sulle cui sponde non si specchia il bellissimo Narciso; c’è, invece, una giovane lavandaia che, in paludamenti policromi, sta sciorinando il bucato all’ombra di un ciuffo di alberi color pesca. Mentre sullo sfondo e in alto si stagliano taluni caseggiati rurali. Ovviamente il ricco ventaglio di simpatie per questo o quel maestro del colore nuocerà all’immagine dell’artista. Così come non sara certamente positiva la sua tenace insistenza sulle stesse tematiche di successo. Ci riferiamo, in particolare, alle marine di Napoli, con l’onnipresente Castel dell’Ovo sullo sfondo; marine animate.da pescatori e punteggiate da una ridda di variopinte barche. Un vedutismo di mero stampo partenopeo che sarà replicato, sia pure con qualche variante, anche centinaia di volte. Andavano pertanto a ruba, specie tra coloro che non andavano troppo per il sottile ed, in particolar modo, tra i turisti stranieri che volevano portare, tra le brume delle loro citta, un… raggio di sole partenopeo. Tale enorme produzione – probabilmente superiore alle 5mila opere – finì per scadere, in molti casi, nello stereotipo; e pur sorretta da un’ottima manualità, non conosce pertanto affinamenti o evoluzioni di sorta. Proprio alla luce di considerazioni del genere, la critica non è stata sempre benevola nei confronti di Attilio Pratella. Anzi, spesso ha espresso sul suo conto giudizi poco lusinghieri, emarginando da questa severa condanna soltanto le piu raffinate ed animatissime, visioni cittadine e gli incantevoli scorci paesaggistici. Il verdetto negativo, comunque, non ha per nulla scoraggiato il collezionismo internazionale, sempre attento e disponibile nei confronti delle opere del pittore partenopeo, decretandone quindi la straordinaria Fortuna. Tanto e vero che sul mercato made in Italy , insieme ad Irolli, Pratella è, dei napoletani dell’Ottocento, il piu amato e ricercato.
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