In legno di betulla e con gambe piramidali, sprigionano un’aura intima e rassicurante, insieme con il gusto e la cultura di un’epoca nata all’indomani della bufera napoleonica.
“Biondo, era bello e di gentile aspetto”. Ha le sembianze di un principe nordico il mini-scrittoio a pianta ovale e a tutto tondo, al quale Eva confida i sogni e le sue ansie quotidiane. E lo stesso colore sfoggia una secrétaire a forma di lira con intagli e impiallacciatura in noce. L’uno e l’altro sono due retaggi Biedermeier, testimoni prestigiosi dell’epoca borghese nel cuore dell’Europa asburgica. E in stile Biedermeier sono anche due cassettoni- un’autentica rarità perché è difficile trovarli in coppia – che sciorinavano le loro grazie d’altri tempi nella galleria antiquaria di Giuseppe Visceglie, in via Califfati 161, a Bari, dove sono in passerella con altri oggetti del desiderio: divani, lampade, vetri, ceramiche e dipinti. Entrambi cassettoni – in legno di betulla, con grandi con gambe piramidali e applicazioni mezze colonne, incastonate agli angoli – sprigionano quell’aurea intima, domestica, rassicurante che fece dire a Mario Praz: “L’Apollo del Belvedere indossa ora la veste da camera, infila le pantofole, impugna la pipa”. Un’espressione colorita per definire, in termini lapidari, il gusto e la cultura di un’epoca che, all’indomani della bufera napoleonica, ritrova la gioia di vivere tra le mura domestiche, dicendo addio alle trasgressioni, mettendo al bando le evasioni extra-moenia. Il termine Biedermeier. viene inventato di sana pianta da due scrittori satirici – Kunssmanl e Eichhrodt – per indicare un personaggio immaginario assunto ad esempio dalla media borghesia, tutto proteso a risolvere i problemi della sua vita privata, senza particolari interessi culturali politici. Un personaggio che l’antitesi del play-boy: un marito ideale e fedele con un fiammifero svedese che si accende solo sulla propria scatola. Tale universo prende forma in Europa a ridosso del congresso di Vienna, quando relegato il “grande corso” a Sant’ ‘Elena, il vecchio continente torna al suo volto pre-rivoluzionario, rimettendo sul trono i sovrani regnanti “per volontà divina”. Ma la restaurazione, pilotata dall’imperatore e dall’inflessibile cancelliere Klemens von Metternich, deve fare i conti con una nuova classe uscita vittoriosa dalla grande tenzone: la borghesia. Che, ormai gettato alle ortiche la posizione di sudditanza, si considera alla pari della vecchia aristocrazia. E non fa mistero su due obiettivi prioritari: pace e tranquillità. In tale contesto trova alimento il suo culto per la famiglia, i figli, l’amicizia. Niente grandi ideali, ma solo piccoli interessi da coltivare nel pomeriggio casalingo. Ovviamente, anche il gusto subisce una sterzata: al rigoroso splendore del neoclassicismo e all’enfasi dell’Impero subentrano mobili e arredi che privilegiano comfort, funzionalità e qualità della vita. E i pregi tale scelta si possono toccare con mano nei due cassettoni Biedermeier. E nei quali – ribadiamo – si possono gustare il piacere borghese del bello. il rigore di un quotidianità priva di velleità politiche. Insomma, una borghesia che ricerca il pregio piuttosto che i segni di una ricchezza sfarzosa negli oggetti di cui si circonda e negli ambienti in cui vive. come attestano, in latri termini, i due esemplari offerti da Giuseppe Visceglie.
© Copyright 2013 GIUSEPPE VISCEGLIE ANTIQUARIO